Autore: Stefano Ceccatelli
Una delle più rilevanti scoperte scientifiche degli
ultimi tempi riguarda i progressi fatti nello studio di quel fenomeno
che comunemente si definisce "intelligenza".
Scienziati come Sternberg, Gardner, Goleman, tutti statunitensi,
a conferma che le migliori università sono ancora quelle
a stelle e strisce, hanno dato negli ultimi vent'anni sostanziosi
contributi che hanno rivoluzionato quello che già sapevamo
sull'intelligenza.
Ferma restando la componente genetica di questo fenomeno, questi
scienziati hanno messo in rilievo l'importanza che ha la componente
ambientale nello sviluppo di un pensiero intelligente.
Soprattutto nei primi anni di vita è di fondamentale importanza
che l'essere umano sia posto in un ambiente accogliente, dove
per accoglienza si intende ricchezza e scambievolezza di rapporti
sociali. Questo fitto intreccio di rapporti amichevoli attiva
i neuroni del cervello che si collegano in rapporti sempre più
complessi a formare l'intelligenza.
Da quando questa intelligenza sociale, o prosociale, o emotiva,
o empatica (a seconda di come la vogliamo chiamare) è stata
chiaramente individuata, tutti i vecchi sistemi di misurazione
dell'intelligenza, basati sul cosiddetto "quoziente d'intelligenza"
(Q.I.) sono andati in frantumi.
O meglio, anche se si continuano a usare (pare che si registri
una crescita del Q.I dei bambini e una stasi del Q.I. degli adolescenti
e degli adulti), certo non sono piu' così attendibili come
una volta.
Si è infatti potuto dimostrare, grazie alla valanga di
dati raccolti in una miriade di tests svolti, che esiste un Q.I.
di gruppo, un Q.I. sociale, il cui segreto è l'armonia
sociale che regna all'interno di un dato gruppo.
E' il clima positivo di rapporti che si respira all'interno
di quel gruppo sociale, è quell'atmosfera di cordialità
e di rispetto reciproco, quel "sovrappiù" che
fa la differenza.
A questa fondamentale scoperta non è stato ancora dato
tutto il rilevo che essa meriterebbe, forse anche a causa del
fatto che, se cominciasse a trovare concreta applicazione, dovrebbe
modificarsi da cima a fondo tutto il sistema profondamente individualista
su cui si modella la vita di tutti noi occidentali.
A partire dalla famiglia, sempre più disgregata da stili
di vita consumistici imposti dai media, a loro volta asserviti
ad altri centri di potere occulto, e poi su su fino alle aggregazioni
sociali più vaste, come i condomini, i quartieri, le città,
questa armonia, questa fraternità, questa intelligenza
sociale, potrebbe davvero rivelarsi il valore aggiunto, se provassimo
ad applicarla.
La qualità dei rapporti umani andrebbe pertanto ricercata
non soltanto, come generalmente si insegna, per motivazioni di
ordine morale o religioso, ma anche perché è tale
valore aggiunto che rende il gruppo sociale (dalla squadra di
calcio al team di ricerca e così via) migliore.
Migliore anche dal punto di vista produttivo, a parità
di talenti, fatto di cui si sono accorti sia i pedagogisti abituati
a lavorare con i gruppi (ancora gli statunitensi in primis con
il cooperative learning) sia gli studiosi di economia (Yunus,
Bruni, Gui) che cominciano a parlare di "beni relazionali".
Si tratta di recuperare, cioè, quei beni, quei valori di
relazione che erano ancora presenti al sorgere dell'economia di
mercato, ad esempio in economisti-filosofi come Adam Smith.
Che fare, dunque? Io credo che gli spunti di novità
che vengono dal mondo della scienza possono essere per noi comuni
cittadini fonte di luce e di speranza, di cui c'è tanto
bisogno oggi che il sistema perverso che vuol renderci sudditi
genera giorno dopo giorno un divario sempre crescente fra ricchi
e poveri.
In cima alla piramide ci sono, si diceva, centri di potere occulto
interessatissimi a detenere il controllo economico e politico
delle nazioni in cui operano, comprese quelle con governi democratici:
probabilmente un pugno di uomini oggi con uno schiocco di dita
può decidere le sorti economiche di interi paesi e di interi
popoli, la rovina di nazioni intere.
A noi tocca il compito di ricominciare a costruire rapporti
autentici fra persone, permeati di stima e di rispetto; di riscoprirci
cittadini di questa polis globale ma cittadini che si incontrano
sulla piazza locale pronti ad ascoltarsi e a dialogare.
Perché sarà solo partendo dal basso, dal rapporto
orizzontale fra pari, da uno scaturire di rapporti di fraternità,
che potremo rinnovare un tessuto sociale ormai logoro e portare
luce e speranza nuove.
Bibliografia:
D.Goleman, Intelligenza emotiva. Che cos'è. Perché
può renderci felici, Bur, 2001, VIII ediz. (tit. orig.
Emotional intelligence, 1995)
R.Sternberg, Group Intellicence, 1988. Molte opere di Sternberg
sono edite in italiano dalla casa editrice Erickson.
L.Bruni, L'economia, la felicità e gli altri, Città
Nuova, 2004, II ediz., E' un'indagine su beni e benessere ma è
anche una interessante retrospettiva storica con lo sguardo puntato
sul futuro.
M.Yunus, Il banchiere dei poveri, Feltrinelli, 2007 XI ediz. E'
una biografia del Premio Nobel per la Pace 2006