ORA CHE VENERE E' VESPERO
Autore: Laura Gori
Peccato che in questo periodo il cielo ci sia negato non solo
dall'inquinamento luminoso, ma anche da un altro inquinamento,
ben più grave, che copre di nuvole inquietanti la volta
celeste. Nel cielo della sera, tra una nuvola ed un'altra, si
affaccia Venere, sempre più splendente: non è difficile
riconoscerla, cercandola ad Occidente alla sinistra del Sole,
in direzione Sud-Ovest, poco dopo il tramonto. E quando sera dopo
sera la riconosciamo e la ritroviamo, impariamo a vederla anche
prima che il Sole tramonti, perché Venere ci appare come
un punto luminoso come le stelle, eppure è riconoscibile
tra le stelle.
Sto usando il femminile per parlare di Venere e forse non va bene,
perché Venere è un pianeta e quindi maschile, ma
mi disturba proprio l'uso del maschile per Venere, il pianeta
dedicato alla dea dell'amore. Del resto anche per la Luna si usa
il femminile e la Luna è un satellite, il satellite della
Terra, ed anche per la Terra, pianeta, si usa il femminile. Mi
sembra quindi opportuno il femminile per Venere, genere riferito
alle evocazioni legate al suo nome. A conferma di ciò,
dell'indipendenza del genere dal sostantivo che sia pianetao satellite,
riflettiamo sul fatto che in tedesco i generi per il Sole e la
Luna sono scambiati, essendo il Sole femminile e la Luna maschile.
E l'ambiguità del genere continua quando chiamiamo Venere
al maschile: Lucifero, perché visibile al mattino, prima
dell'alba (Lucifero: porta la luce) o Vespero, perché si
vede a sera.
Venere-Lucifero non si scorge frequentemente, per le nostre abitudini,
ma in questo periodo Venere è Vespero, è facile
vederla quotidianamente, aiutati anche dalla notte che avanza.
Voglio proporre un'esperienza molto semplice che. partendo
dall'osservazione di Venere ad occhio nudo, magari con l'aiuto
di un telescopio senza pretese, sulle orme di Galileo porterà
a percepire la profondità del cielo e la rotazione di
Venere intorno al Sole.
Venere ha le fasi, come la Luna. Se in questi giorni guardiamo
Venere al telescopio, non vediamo un disco "pieno",
come succede, invece, guardando Giove, che possiamo osservare
sempre in questi giorni: Giove è brillantissimo ed alto
nel cielo.
Se ripetiamo l'osservazione giorno dopo giorno, la vediamo "ridursi",
come la Luna che va calando, anche se Venere cala con più
lentezza.
"Venere va mutando le figure allo stesso modo della Luna"
leggiamo in Galileo (Istoria e dimostrazioni intorno alle macchie
solari), che per primo scoprì le fasi di Venere, deducendo
da questo la caduta del modello tolemaico e quindi del sistema
geocentrico.
Secondo tale modello, molto ingegnoso e perfettamente funzionante
fino all'uso del telescopio, il Sole ruota intorno alla Terra
ed anche Venere ruota intorno alla Terra, ma non descrive una
semplice circonferenza attorno ad essa, perché il centro
di tale circonferenza si trova sul raggio Terra-Sole e quindi
si sposta esso stesso su una circonferenza e Venere risulta sempre
tra la Terra ed il Sole.
Il modello rispondeva perfettamente all'osservazione ad occhio
nudo e con un'ulteriore correzione (trucco dell'equante) era ed
è perfettamante in grado di prevedere la posizione dei
pianeti e le date delle eclissi, ma secondo questo modello, Venere
non potrà mai apparire piena, ma sempre parzialmente illuminata,
essendo tra la Terra ed il Sole: per vedere Venere piena, Venere
deve essere oltre il Sole.
Galileo puntò il telescopio su Venere e la vide piena,
dunque Venere, che è illuminata dal Sole, deve essere,
rispetto a noi, dalla stessa parte del Sole, oltre il Sole.
Davanti alla sua nuova scoperta Galileo agì con circospezione
e nel Settembre 1610 scrisse a Keplero una frase oscura "Haec
immatura a me iam frustra leguntur o.y.", che tradotta suona
così "Queste cose premature da sono lette invano o.y.".
In realtà la frase è un anagramma di una frase che
ha un significato molto forte e chiaro, quella che inviò
sempre a Keplero nel Dicembre dello stesso anno "Cynthiae
figuras aemulatur mater amorum", cioè "La
madre degli amori imita le figure di Cinzia".
La frase può risultare ancora oscura e diventa cristallina
quando si pensi che la madre degli amori è Venere e Cinzia
è la Luna, nelle vesti di Diana, nativa presso il Monte
Cinto nell'isola di Delo.
Questi quattro mesi, dal Settembre al Dicembre 1610 furono necessari
a Galileo per verificare le sue osservazioni e le sue conclusioni
e comunicare quindi al mondo la sua scoperta.
Torniamo alle figure di Venere in questo periodo.
Aiutiamoci con un almanacco astronomico, dal quale risulta che,
nel corso del mese di Dicembre, Venere va lentamente calando,
passando dal 70% circa di parte illuminata (2 Dicembre) a circa
il 60% (30 Dicembre), come possaimo osservare col telescopio sera
dopo sera.
Molto significativa è anche la misura dell'elongazione
di Venere, cioè della distanza angolare tra il Sole e Venere,
cioè dell'angolo, col vertice nel mio punto di osservazione,
nel mio occhio in sostanza, i cui lati sono le linee di mira verso
il Sole e verso Venere.
Questa misura si può fare in modo molto semplice e diretto
usando il nostro corpo.
Teniamo il braccio teso davanti a noi ed apriamo la mano. Notiamo
che copriamo con la mano parte del panorama o comunque dello sfondo.
Miriamo, con un occhio solo, l'estremità del pollice e
del mignolo: queste linee di mira convergono nell'occhio che è
il vertice di un angolo, che misura 22°. Una spanna misura
22°.
Se chiudiamo la mano a pugno e miriamo sul pollice piegato e nei
pressi della base del mignolo, l'angolo diminuisce: ora misura
9°.
Se miriamo il pollice, nel punto più largo, abbiamo un
angolo di 2,5°. Se miriamo un mignolo, sempre nel punto più
largo, otteniamo un angolo di mezzo grado.
Aiutiamoci ancora con l'almanacco astronomico e leggiamo le elongazioni
di Venere, che potremo anche misurare direttamente, misurando
la distanza angolare Venere-Sole:
11 Giugno: elongazione nulla, cioè Venere era piena
2 Dicembre : elongazione 42° circa
9 Dicembre : elongazione 44° circa (circa due spanne)
16 Dicembre : elongazione 45° circa
23 Dicembre : elongazione 45° circa
30 Dicembre : elongazione 46° circa
Il vedere Venere a sinistra del Sole e decrescente è
perfettamente coerente con la misura dell'elongazione che aumenta.
Entrambe ci portano a concludere che Venere ruota intorno al Sole
in senso antiorario e che in questo mese sta avvicinandosi alla
Terra.