Autore: Flavio Gori
Il primo è greco.
Come in altri esempi che la storia ci ha tramandato, anche negli anni seguenti il crollo del muro di Berlino, il numero dei soccorritori della cosiddetta Super Potenza vincitrice (gli USA) è stato piuttosto alto. In qualche caso anche da parte dei propugnatori del sistema politico alternativo (o supposto tale) proposto dall'USSR.
Anche in Italia, politici, teorici e simpatizzanti dell'area sinistra
dell'emiciclo parlamentare per anni schierati a difesa dei partiti
che rappresentavano quelle posizioni, negli ultimi tempi hanno
sentito una necessità irrefrenabile di condannare il Comunismo
in quanto teoria perdente, che ha (avrebbe) dimostrato la sua
inattuabilità nel corso del secolo breve in ognuno degli
Stati in cui è stato messo in essere, dimenticando di considerare
l'apporto fornito da chi la teoria l'ha (avrebbe) messa in pratica.
Una tale fretta di autocondanna mi è sembrata eccessiva
e, ad essere sinceri, mal posta. Mi sembra del tutto fuori luogo
la base del ragionamento, in quanto il Comunismo non direi che
sia stato sinora posto in essere su questo Pianeta. Lascio un
punto interrogativo per l'esperienza Cubana di cui non ho esperienza
diretta. Certo le pressioni economiche e culturali a cui è
da sempre sottoposta non sono leggere e debbono necessariamente
far riflettere coloro i quali si trovano a parlare e scrivere
di questa esperienza.
Ultimamente sono stati evidenziati report che si lasciano andare a critiche di prospettiva liberista su giornali di sinistra, a ulteriore conferma di quest'autoflagellazione quantomai rigogliosa.
Tornando alla frettolosità autofustigante di alcuni dei
nostri migliori politici (non parlo di quelli che desiderano traghettare
gli elettori di sinistra verso il centro per scopi, per me, al
momento non chiarissimi), devo dire di aver inviato un paio di
lettere, su questo argomento, ai giornali su cui spesso leggiamo
loro articoli ma non sono state pubblicate. Queste più
che lecite decisioni mi hanno in qualche modo chiuso le possibilità
di aprire una più ampia discussione al riguardo.
Tale chiusura e la continua immissione di nuove fonti di discussione anche da parte dell'attuale Governo, mi hanno quasi costretto a dimenticare la questione seppure restava una forma di dispiacere, di disagio verso questi importanti nomi della cultura politica italiana che sembrava avessero, come dire..., non ben assimilato un'opera breve ma preziosa di George Orwell: La Fattoria degli Animali ed il concetto della Rivoluzione Tradita. Insomma la mia idea, pur semplice, era che una cosa è il Comunismo, ed un'altra chi lo avrebbe messo in pratica.
Sarà stato dunque per via delle continue novità che la cronaca di ogni giorno porta all'attenzione o forse per il caldo, o i problemi che la vita ci para spesso davanti, fatto sta che nel corso dei mesi estivi mi sono un po' dimenticato della questione Comunismo Teoria e Pratica (diciamo così), finché sono poi partito per l'Inghilterra alla ricerca di indizi sulle Ley Lines, su pietre di epoca romana ma anche un po' di riposo nella campagna inglese fra Oxford, Hereford, Bath e Dorking.
Come sappiamo la vita riserva sempre qualche sorpresa ed infatti
nonostante il clima vacanziero (pur nelle forti piogge della scorsa
estate) il concetto di cui si parla mi è stato improvvisamente
ricordato da un cameriere albanese (fuoriuscito dal suo Paese
nel 1991) che lavora in un ristorante di specialità greche
presso Hewish nell'Inghilterra sud - occidentale.
Durante una piacevole cena familiare, una volta riconosciutici
come unici mediterranei nella sala del locale, abbiamo iniziato
una chiacchierata che ci ha condotto anche nell'area politica.
Questo signore mi ha ricordato le pessime condizioni generali
in cui il suo Paese versava ai tempi del regime di Enver Hoxha
ma mi ha bruscamente interrotto quando gli ho fatto notare che
tale carenza di libertà poteva essere tipica dei regimi
comunisti dell'Europa Orientale dell'epoca.
"No, non era un regime comunista, si trattava di un semplice regime dittatoriale che si ammantava di teorie comuniste senza averne alcun diritto".
"L'esperienza di Tito in Yugoslavia", diceva ancora il mio interlocutore, "è stata diversa, forse non perfetta ma assai diversa e migliore della nostra".
Se consideriamo la fretta con cui i nostri politici hanno cestinato le Teorie di Marx e Lenin, la chiacchierata di quella sera di fine luglio risulta esemplare.
Quella che il mio interlocutore albanese aveva mantenuta intatta era la sua capacità di critica e di analisi, nonostante la traversie che probabilmente aveva dovuto sopportare sulla propria pelle. Cosa certamente non comune in chi ha dovuto vivere con dittature di vario genere, politiche o religiose, ognuna con le sue polizie (politiche o religiose) che hanno fra i loro scopi anche quello di limitare la libertà personale e sindacare sulla vita delle persone in maniera non accettabile e che, magari involontariamente, fanno germogliare i semi di quella opposizione che presto o tardi li metterà fuori gioco.
Sembra quasi che qualunque rivoluzione sia in realtà un
tentativo per sostituire un potere con un altro, che poi andrà
a copiare comportamenti liberticidi esattamente come faceva il
precedente governo, con le stesse invadenti modalità.
Mi viene da pensare che il mio amico albanese sia una persona interessante, uno che potrebbe avere qualcosa da insegnare a me e forse anche ad alcuni dei nostri politici, sempre più spesso tesi a cavalcare l'onda, a cercare di interpretare (intercettare, piace dire adesso) le presenti e prossime predilezioni di voto degli elettori a cui si rivolgono come esperti di marketing pubblicitario e non come rappresentanti politici e sociali.
Stante questo sistema, comune ai due poli, non c'è da meravigliarsi che le differenze fra le due proposte siano, nei fatti, così limitate; come se la cosa davvero importante, l'obiettivo a cui si tende, fosse l'assenza di alternative reali, di dibattito, di contesti politico-sociali ed economici alternativi.
Verso questo fine stanno precipitando partiti di destra e di
sinistra. Alla fine della loro decantazione avremo un ingorgo
al centro da cui sarà complicato uscirne per seguire una
strada qualunque.
Dal mio punto di vista questo é l'obiettivo di chi cerca
di condizionare gli eletti. E questo a loro va bene, evidentemente.
Va bene anche agli elettori?
Il secondo francese.
Qualche giorno dopo l'incontro di Hewish, nel ristorante francese di Dorking, un ragazzo inglese vestito in jeans e maglietta, sui 25 anni, esce dal locale con la sua ragazza al seguito. Prima di varcare fisicamente la soglia, cede il passo alla ragazza tenendole aperta la porta. Un gesto cortese, quasi di altri tempi. Se consideriamo che la ragazza è di colore, il gesto assume ai miei occhi una valenza ancora più forte.
Mi viene da pensare a come si sarebbe commossa la nonna della
ragazza in questione se fosse stata presente alla scena. Lei che
probabilmente non ebbe mai l'opportunità di uscire con
un ragazzo bianco, tanto meno di entrare con lui in un ristorante
e poi di uscirne con un gesto di questa cortesia. Chissà
se in qualche modo la nonna in questione avrà comunque
avuto la possibilità di gioire nel vedere la sua giovane
erede biologica destinataria di questo gesto. Mi piace pensare
che in effetti così sia stato.
Sarei voluto andare da quei giovani per salutarli e farli partecipi
dei miei pensieri, ma poi ho preferito lasciarli soli a gustarsi
la serata estiva nella dolce campagna del Surrey.
Ma che bella lezione!
Il terzo inglese (ed è anche un B&B).
A Ockley, West Surrey, vi si trova un ristorante, Pub, B&B
sulla stretta strada che porta a Guildford. Apparentemente non
colpisce per particolari qualità, la camera che ci hanno
riservato, l'unica in quei giorni ad essere disponibile, è
sulla strada, le auto ed i camion in transito veloce fanno vibrare
finestre, porta, armadio e letti. Il bagno é ancora peggio:
l'odore che emana è poco rassicurante, l'acqua calda non
si trova e quella fredda è proprio fredda e arriva a intermittenza.
Decidiamo di restare per una notte anziché per i tre giorni
previsti, affidandoci alla buona sorte per scovare un altro B&B
a fine luglio. Siamo stati fortunati anche in questo caso.
Detto questo dobbiamo aggiungere che il ristorante e l'intero personale che vi lavora è di ottimo livello. La cortesia, il garbo con cui si pongono ai clienti è squisito, pur restando nell'amichevole e mai nel finto. Si tratta di una conduzione familiare allargata ad alcuni amici. Persone intorno dai 30 ai 40 anni, spesso con tatuaggi e piercing che potrebbero anche far pensare a tipi un po' troppo tosti.
Non è affatto così: siamo davanti a persone gentili,
che fanno il loro lavoro con il piacere di farlo e di farlo bene.
Pur essendo arrivati dopo l'orario di chiusura e pur sapendo che non saremmo rimasti per quanto preventivato, il titolare ha riaperto la cucina ed ha organizzato un barbecue all'aperto per noi a cui ha invitato anche i dipendenti. Siamo stati tutti insieme a gustare bistecche e birra (noi acqua) che potevano senza dubbio esser state cucinate (e tagliate) a Firenze e non ho voluto tacere questa mia convinzione, accettata con particolare piacere dal cuoco.
Il quarto non é un ristorante.
La Gran Bretagna è quel paese in cui, in passato, ho spesso
preferito non andare per alcuni preconcetti che avevo ormai assimilato
perfettamente.
...E' una Nazione carissima..., la gente fa finta di non capire
se non parli un inglese perfetto..., è improbabile che
ti aiuti se ti vede in difficoltà (si parla di indicazioni
stradali e simili)... e via di questo passo.
Ecco che per la mia prima visita ho atteso 49 anni per scoprire
che, fatto salvo che è davvero un Paese caro per le nostre
finanze, molte delle storie ascoltate e lette si sono rivelate
una bugia.
Non sarà un paradiso e le notizie che giungono negli
ultimi giorni lo confermano, ma negli ultimi quattro anni la mia
famiglia si è recata in Gran Bretagna per 3 volte: Inghilterra
del sud e sud-ovest, Scozia, Contee centrali e Galles.
Persone gentili, affabili, amichevoli mi si sono parate davanti
e più di uno/a si è offerto per aiutarci anche senza
nostra richiesta. Qualcuno ha telefonato ad altri per esser sicuro
di darci le giuste indicazioni.
E cosa dire della guida nelle strette stradelle scozzesi e nell'Herefordshire? Dove due vetture non riescono a scambiarsi e magari la strada è in forte pendenza? Di norma si procede lentamente, nessuno che guida in maniera prepotente, anche se al volante di un camion.
Chi può, chi ha spazio, si ferma o torna indietro fino allo slargo più vicino ed aspetta con calma che l'altro transiti, anche se l'altro non ha una grande dimestichezza con le grandezze a disposizione (e con una vettura con guida a destra la cosa può essere ancora più complessa) e quindi rallenta le operazioni in maniera maggiore che non un locale. Non solo ti aspettano con calma, ma ti salutano cordialmente mentre stai passando. Sembra che i dieci secondi che possono aver atteso in più rispetto al normale non siano considerati un dramma. Non smanaccano.
Pensi di attraversare una strada? Le auto rallentano e si fermano
una decina di metri prima del punto di attraversamento anche se
tu non hai iniziato ad attraversare, presumendo che tu lo stia
per fare. Un rispetto per gli altri e per i pedoni in particolare
che non è raro da trovare nel Nord Europa o negli Stati
Uniti.
Pare quasi che il pedone non sia considerato una sorta di bersaglio...
La nostra scuola ha molte cose da rivedere. L'educazione civica
ed il rispetto per gli altri sono fra queste. Speriamo che sia
sentito come argomento importante anche all'interno delle famiglie,
dato che non possiamo pensare che sia sempre e solo qualcun altro
a doversi far carico di ciò che spetta anche (e forse soprattutto)
alla famiglia. Qualunque essa sia.