La Lingua Italiana e L'Accademia della Crusca
Autore: Flavio Gori
SECONDA PARTE
L'Accademia della Crusca ha la sua attuale splendida sede a
Firenze nella Villa Medicea di Castello, essa stessa meta
di visite giornaliere da parte di numerose persone, fiorentine
e non, alla ricerca di qualche minuto di svago negli straordinari
giardini che si possono ammirare nel retro della villa.
Chissà quanti di loro sono a conoscenza della presenza
in loco dell'Accademia della Crusca.
Naturalmente la sede non è sempre stata in questa villa,
anche per semplici motivi "anagrafici". Nella sua lunga
storia l'Accademia ha dovuto variare la sua sede in molte occasioni,
sia in periodi di alta considerazione, che in periodi di magra,
quando non era ben vista dai signori dell'epoca. In questi casi
si è spesso dovuta accontentare di stanze forse non all'altezza
delle sue necessità (anche in termini di spazio) ed in
qualche caso, in coabitazione con altre Accademie.
Dando una breve scorsa alle varie residenze dell'Accademia (tutte
fiorentine), vediamo che dopo la primitiva sede in Piazza Peruzzi,
la sede accademica subisce una sorta di sdoppiamento e la troviamo
anche nella Casa Bardi nel Canto degli Alberti in piazza
S. Biagio, dove prese sede l'officina presso cui veniva stampato
il vocabolario. Oltre che nella piazza Peruzzi, abbiamo sede in
Pellicceria, all'incirca di fronte a dove troviamo gli odierni
uffici postali. Per questi cambiamenti diventa arduo definire
gli anni con precisione.
Intorno al 1640 l'Accademia fu trasferita presso la Casa Bardi
e da qui nell'area del Mercato Vecchio. Ai nostri giorni non è
più visibile alcun cenno degli edifici che ospitarono la
Crusca in quel periodo.
Nel 1700 nuovo trasloco, stavolta per via Pandolfini all'angolo
con via del Proconsolo, al secondo piano dell'edificio che si
trovava tra il Palagio del Podestà ed il Canto dei
Pazzi. Dopo vari anni trascorsi là, fu la volta di via
dello Studio, fino al 1783. Dopo alcuni anni di incerta localizzazione,
nel 1812 fu stabilita una nuova sede per l'Accademia in Piazza
S. Spirito, nei locali che oggi ospitano il distretto militare
e nel 1816 viene trasferita nella Biblioteca Riccardiana,
dove rimane fino al 1865 quando la sede viene stabilita nel Convento
di S. Marco nell'omonima piazza. Arrivando nel nostro secolo abbiamo
tre variazioni di sede, nonostante i terribili momenti che il
nostro Paese deve vivere per le due guerre. Nel 1910 la Crusca
è trasferita in via de' Pucci nel palazzo che porta il
medesimo nome e qui rimane fino alla fine degli anni trenta, quando
viene fatta traslocare in una piccola ala del Palazzo dei Giudici
nella piazza omonima. Dal 1972 l'Accademia della Crusca può
finalmente usufruire di una sede degna della sua storia, e degli
spazi che essa necessita, nella Villa Medicea di Castello.
Nel periodo relativo alla sede posta nella Riccardiana, le riunioni
della Crusca si tengono in una stanza che viene "prestata"
per lo svolgimento dell'annuale assemblea di un'altra prestigiosa
Accademia fiorentina, anch'essa giunta gloriosamente ai giorni
nostri: l'Accademia dei Georgofili.
A differenza di altre Accademie che si sono sviluppate in Firenze
ed in tutta l'Italia, l'Accademia della Crusca si è occupata
sin dalla sua nascita, esclusivamente di un argomento:lo studio
e la cura della lingua italiana, esercitando quello che ai nostri
tempi viene definito un Istituto di Ricerca. Come a volte può
accadere agli Istituti di Ricerca, la loro opera è per
lo più avulsa alla conoscenza popolare in genere, come
se queste istituzioni (qualunque esse siano) non producessero
effetti utili anche a livello sociale, e la loro attività
risulta conosciuta ed apprezzata quasi esclusivamente nei circoli
dei letterati e degli scienziati che stanno attorno alle varie
Accademie o Istituti che dir si voglia. Forse anche per questo
motivo l'Accademia della Crusca non ha quella notorietà
che qualcuno pensa meriterebbe anche a livello popolare soprattutto
nella città che l'ha vista nascere e prosperare.
A Firenze l'Accademia è nata nel 1583; da allora e per
quattro secoli si è impegnata nello studio della lingua
italiana, sia stilando accurate edizioni di testi letterari, sia
compilando il primo vocabolario, che è stato rivisto e
ristampato cinque volte. Come scrive Giovanni Nencioni in "Un
po' di storia" sul primo numero della rivista "La Crusca
per Voi" (di cui è Direttore), il più grande
merito del vocabolario, fu forse quello di aiutare grandemente
il processo di unificazione della lingua italiana, mentre il suo
difetto (e durante i secoli si è talvolta ripresentato
con minore o maggiore forza) stava forse nel porsi come obiettivo
la creazione di una lingua pura e perfetta, che fungesse quasi
da ideale, impermeabile ad ogni cambiamento ed arricchimento,
seguendo forse la teoria di Pietro Bembo, secondo cui la lingua
scritta a fini letterari doveva essere quella usata dai grandi
poeti del trecento fiorentino: Dante, Petrarca e Boccaccio. Da
un diverso punto di vista, ritroviamo la concezione di un soggetto
imbalsamato.
Negli primi anni di questo secolo era ormai chiaro che la concezione
della lingua nazionale era inadeguata ed era urgente la sua revisione.
Nel 1923 fu quindi soppressa la revisione del vocabolario, quando
si era alla lettera Q, per essere ripresa nel 1964, quando fu
deciso di rifondare il vocabolario con criteri e tecnica più
moderni, anche in termini di strumenti messi a disposizione degli
studiosi e degli operatori che lavorano in Accademia. Attualmente
l'opera viene portata avanti congiuntamente dall'Accademia della
Crusca e dal C.N.R.
L'Accademia della Crusca non si limita alla stesura del vocabolario
ma è articolata in tre centri di ricerca:
Filologia Italiana, dove si elaborano edizioni critiche di importanti testi antichi e moderni;
Grammatica Italiana, dove ci si occupa di problemi storici e teorici oltre che di contatti con la scuola;
Lessicografia Italiana, che sperimenta moderne tecniche lessicografiche e s'interessa di linguaggi settoriali e di neologismi tecnici.
Inoltre il Centro fornisce consulenze terminologiche e tesaurizza la terminologia antica delle arti e dei mestieri.
Tutto questo lavoro viene svolto da giovani laureati, grazie
a borse di studio e comandati. Il loro lavoro viene pubblicato
dall'Accademia nelle tre riviste annuali di diretta pertinenza
dei Centri suddetti (Studi di Filologia Italiana; Studi di Grammatica
Italiana; Studi di Lessicografia Italiana), oltre che in collane
di volumi.
Come si può facilmente intuire "La Crusca" possiede
una straordinaria biblioteca specializzata nella storia della
lingua italiana e nella linguistica in generale, dotata di un
ricco fondo storico e di un eccellente archivio. In essa trovano
spazio antichi testi di inestimabile valore storico e, giustamente,
la loro consultazione non può avvenire che sotto il controllo
degli stessi Accademici, onde evitare il rischio di procurare
ulteriori gravi perdite al patrimonio culturale italiano. Evidentemente
anche nelle silenziose stanze della biblioteca della Crusca si
sono annidati falsi appassionati che, oltre a consultare i volumi,
decidono di strappare qualche pagina di particolare interesse,
chi per osservarla tranquillamente a casa propria, chi per rivenderla
in qualche bancarella di un anonimo mercatino.
Non va poi certo dimenticata la sua attività di carattere
seminariale e congressuale anche in collaborazione con istituti
stranieri, con scambi di studiosi e partecipazioni a ricerche
comuni. Ancora la Crusca ha costituito negli ultimi anni un Ufficio
lessicografico affiancato da uno filologico con il compito di
fornire al primo i testi destinati alle operazioni di spoglio
e schedatura in edizioni filologicamente sicure, ed un Ufficio
di documentazione linguistica, che ha il compito di registrare
secondo le opportune categorie metodologiche quanto la scienza
linguistica ha elaborato intorno agli esiti della lingua e dei
dialetti in Italia.
La Crusca nella sua ormai lunga e proficua storia, mai aveva pubblicato
un "foglio" di collegamento col suo pubblico, se si
escludono le pubblicazioni specialistiche suddette, come invece
ha fatto a partire dal dopo sottoscrizione cui si accennava prima
e precisamente a partire dall'ottobre 1990. Leggendo questo giornale,
oltre al piacere di sfogliare una splendida carta, possiamo avere
un'idea fedele di come spesso molti studenti, ma anche studiosi,
giornalisti e semplici appassionati, hanno piacere di affidare
agli esperti della redazione, i loro quesiti sul modo corretto
di scrivere e parlare la nostra lingua. A prima vista un non problema
per la maggior parte di noi, che invece scopre essere più
di una volta in difficoltà, o in semplice dubbio, in talune
situazioni.
Il bollettino semestrale emesso si divide in due parti, la prima
è di carattere propositivo e sono suggeriti sia dai redattori
del foglio che dai lettori, mentre la seconda è dedicata
alle risposte della redazione ai quesiti posti dai lettori.
Nel primo caso non sempre gli articoli proposti si concentrano
sulle sole questioni di carattere linguistico teorico. In alcune
occasioni possiamo vedere trattati argomenti diversi tra cui un
breve accenno di storia della fisica e della cosmologia, personalmente
assai gradito e che spero abbia lasciato un ricordo positivo in
molti abbonati.
Lo scopo suggerito potrebbe essere quello di mostrarci come gli
esseri umani e la natura possano usare dei linguaggi atti a "comunicare",
seppure in modo subliminale, fra loro. La moltitudine dei linguaggi
è tale (gestuale, geometrico, logico, algebrico ecc.) che
forse di primo acchito non tutti li possono riconoscere, ma tutti
beneficiano dei loro effetti. Nell'ultima pagina della rivista,
trova spazio la rubrica "Spigolature" in cui sono presentati
alcuni passi di celebri autori, talvolta commentati dalla redazione.
Dunque lo studio della lingua italiana è in buone mani,
i ricercatori dell'Accademia lavorano con grande competenza e
passione; inoltre non è da passare sotto silenzio la loro
cordiale disponibilità nei confronti degli abbonati, siano
essi insegnanti e cultori della lingua o semplici appassionati,
che a loro si rivolgono per qualche consiglio.
Certamente tutti gli appassionati sono a conoscenza del perchè
di questo nome che contraddistingue l'Accademia e delle prime
storiche azioni, ma per coloro che non ne sapessero molto, ne
ripercorreremo brevemente alcuni passi sul prossimo numero de
LoScrittoio.it.