Autore: Cristiano Fidani (c.fidani@virgilio.it)
Terremoti, maree e comportamento degli animali
sono gli argomenti di un
libro pubblicato all'inizio di quest'anno dalla giornalista Cal
Orey. Il
titolo del libro è "The man Who Predicts Earthquakes,
Jim Berkland,
Maverik Geologist", pubblicato dalla Sentient Publications,
2006; vedi
http://www.syzygyjob.com.
Alla domanda se sono prevedibili i terremoti
l'autrice risponde che Jim Berkland sta sperimentando con successo
un
metodo di previsione da circa 30 anni. Berkland è un geologo
statunitense
di San Jose, California, che ha avuto il coraggio di portare avanti
una
serie di osservazioni sulle congiunzioni luni-solari, lo smarrimento
di
animali domestici e i terremoti, nonostante lo scetticismo dei
colleghi.
Dalle sue osservazioni ha potuto appurare che durante l'anno è
possibile
individuare delle "finestre temporali" entro le quali
è molto probabile
che si verifichino forti terremoti. Queste sono determinate
dall'allineamento Sole-Terra-Luna in concomitanza con la posizione
del
nostro satellite in prossimità del perigeo. Ciò
capita da due a cinque
volte l'anno. L'epicentro dell'evento è, invece, individuato
attraverso
il monitoraggio degli animali domestici scomparsi, con l'aiuto
degli
annunci dei quotidiani locali. Le sue previsioni possono essere
valutate
nel sito http://www.syzygyjob.com.
Già negli anni '20 un sismologo italiano tentò delle
previsioni
ricorrendo alla forza di marea. Si tratta del faentino Raffaele
Bendandi.
Nasce a Faenza il 17 ottobre del 1893 da una famiglia di modeste
condizioni economiche e per questo può frequentare la scuola
elementare
fino alla quinta. In seguito acquisisce la specializzazione in
disegno
tecnico attraverso un corso. Presto impara il mestiere del padre
da
intagliatore per realizzare giocattoli e ornamenti sacramentali
in legno.
La sua spiccata abilità e precisione nel lavoro gli danno
la possibilità
di fare esperienza da un orologiaio nella riparazione di oggetti
meccanici
di precisione. Contemporaneamente, le nozioni di astronomia acquisite
nella scuola e il mistero dei terremoti, che già annotava
fra le pagine
dei quaderni di scuola, lo attrassero a tal punto da tenere libri
di
fisica e astronomia fra gli attrezzi da falegname e da studiarli
in ogni
momento libero.
Il 28 dicembre del 1908 Bendandi restò profondamente colpito
dalla
notizia della tremenda catastrofe che colpì le città
di Messina e Reggio
Calabria: da quel momento iniziarono le sue ricerche. Durante
il servizio
militare nel 1917 ebbe modo di osservare il fenomeno della marea
che pose
alla base delle sue indagini. A partire dal principio della marea
e dallo
studio della teoria di Darwin si cimentò nei primi tentativi
di
previsione, e attraverso lo studio di 20.000 terremoti del passato,
ripresi nei cataloghi della sua epoca, affinò ulteriormente
tale metodo.
Si autocostruì un sismografo per verificare le sue previsioni
e in seguito
lo perfezionò per venderlo in tutto il mondo. Nel 1920
i suoi studi gli
permisero di entrare a far parte della società sismologica
italiana.
Qualche anno dopo consegnò una prima previsione ad un notaio
di Faenza, il
20 dicembre 1923. La conferma delle sue previsioni gli diede la
fama
nazionale mentre gli articoli di previsione che scrisse per i
maggiori
quotidiani del mondo lo fecero conoscere ovunque (tali articoli
sono
raccolti nella sua casa-osservatorio in via Manara n.17 di Faenza).
Ma perchè in Italia tutti si sono dimenticati
di lui e del suo lavoro?
Nel 1927 il regime fascista vietò a Bendandi di divulgare
le sue
previsioni, come si può leggere ad esempio sul quotidiano
"LA NAZIONE"
del 30 maggio di quell'anno, probabilmente sotto la pressione
di molti
accademici del tempo desiderosi di togliere di mezzo lo scomodo
personaggio che li metteva nella grande difficoltà di spiegare
perchè
loro non riuscivano a prevedere i terremoti. Bendandi non si diede
per
vinto e scrisse un primo libro che pubblicò completamente
a sue spese nel
luglio 1931. Tale libro intitolato "UN PRINCIPIO FONDAMENTALE
DELL'UNIVERSO" era dedicato all'attività solare e
conteneva il primo
caposaldo su cui egli basava le sue ricerche. Il ciclo undecennale
venne
interpretato come un battimento delle sollecitazioni mareali prodotte
dai
pianeti che ruotavano attorno al Sole. La variabilità delle
altre stelle
venne spiegata attraverso lo stesso principio e descritta in un
secondo
volume ancora inedito. Essendo anche il fenomeno sismico inquadrabile
sotto lo stesso ragionamento, nella situazione di non poter divulgare
le
previsioni dei terremoti, Raffaele Bendandi volle probabilmente
fissare
un primo principio che se apprezzato gli avrebbe permesso di far
riconsiderare le sue previsioni.
Nello studio dei terremoti si occupò del fenomeno delle
variazioni di
inclinazione del terreno e degli effetti dei moti planetari sui
movimenti
della crosta terrestre. Strettamente legato a questi fu lo studio
della
migrazione della posizione del polo. La soluzione dell'enigma
del ciclo
undecennale solare costituì uno dei suoi maggiori argomenti,
insieme a
quello delle stelle variabili. Bendandi ipotizzò anche
l'esistenza di
cinque nuovi pianeti: quattro extranettuniani e uno situato fra
il Sole
e Mercurio. L'esistenza dei primi quattro fu dedotta dall'osservazione
dei terremoti mentre quella dell'ultimo dall'attività solare.
Ma l'opera di questo scienziato non si ferma qui. Dopo la seconda
guerra mondiale, attraverso una bussola e dei radio ricevitori
su onda
corta, ma probabilmente anche prima attraverso degli strumenti
per la
ricetrasmissione radio-telegrafica, realizzò osservazioni
sistematiche
delle interferenze elettromagnetiche che accompagnavano le tempeste
solari e qualche volta sembravano essere associate ai terremoti.
Anche
Jim Berkland, come riportato nel libro di Cal Orey, considera
la
manifestazione delle anomalie elettromagnetiche, le variazioni
del campo
magnetico terrestre e gli altri disturbi a bassa frequenza come
quei
segnali che gli animali sono in grado di percepire prima di un
terremoto
e che li spinge ad abbandonare l'area interessata dall'evento.
Raffaele
Bendandi è uno dei primi a riconoscere tali anomalie come
responsabili di
strani effetti sugli esseri viventi. Dal 1950 inaugurò,
infatti, un nuovo
genere di osservazioni sull'aumento di aggressività delle
forme
influenzali e sul rincrudirsi della criminalità legate
all'attività
solare. Si servì delle scoperte di Giorgio Piccardi (1895-1972),
per
giustificare l'effetto dei vari tipi di radiazioni solari sulle
forme
viventi. Introdusse un nuovo genere di previsioni metereologiche
ed
effettuò utili osservazioni sulle esplosioni nelle miniere.
Ma
soprattutto, comprese tutti questi argomenti in un quadro più
ampio che
egli chiamò "crisi cosmica".
L'attività di pochi scienziati è paragonabile a
quella di Raffaele
Bendandi, innanzitutto per i risultati ottenuti, cioè per
i contributi
alla previsione dei terremoti, dell'attività solare e delle
"crisi
cosmiche". E' stata la sua profonda fiducia nella scienza
a distinguerlo
dalla maggior parte degli scienziati del suo tempo. In un periodo,
cioè,
dove i risultati della meccanica quantistica hanno sollevato il
dubbio di
una natura indeterminabile se non osservata e i maggiori scienziati
hanno
affermato che era il "caso" a governare il terremoto
e molti altri
fenomeni, egli ha sempre sostenuto fermamente l'esistenza di "granitiche
leggi della natura", vedendo l'opera dello scienziato come
una sfida alla
loro comprensione.